La Fiaba

La Fiaba Olos 360
di
Elda Katia Damiani

“Nonno Vidulis e la strega della tempesta”
Vidulis

C’era un po’ di tempo fa, una volta… un vecchio contadino; non aveva né moglie
né figli, era così buono e gentile che tutti i bimbi del villaggio lo chiamavano nonno
Vidulis.

Viveva in una piccola casetta costruita con le sue mani raccogliendo legname e
pietre che il fiume aveva donato con le grandi piogge; brontolando, il fiume, aveva
portato tante cose meravigliose con le sue acque che scendevano dai monti.

Nonno Vidulis aveva un vigneto e un orticello in un piccolo appezzamento di terra
a Vidula, lui e Toni, il mugnaio, barattavano il suo buon vino con le pagnotte e le
focacce che la moglie di Toni, Emma, preparava, erano davvero la fine del mondo
quanto erano gustose.

Il vecchio contadino aveva tutto quello che gli potesse servire per vivere sereno
nei pochi anni che gli restavano.

Un giorno, freddo e piovoso, bussarono alla sua porta;

“Chi è? “Disse sfilando la pipa dalla bocca e avvicinandosi all’uscio.

“Mi scusi nonno Vidulis, piove, ho freddo, mi fa entrare?”
Una vocina di bimba spaurita rispose tremante.

Il vecchio contadino sentendo quella vocina esile, aprì la porta, in quell’attimo
lampi e tuoni squarciarono il cielo, davanti ai suoi occhi apparve una figura sinistra.

“Che cosa vuoi ancora da me, hai già preso quello che volevi, vattene!” Urlò
rabbioso e spinse la porta per chiuderla ma una mano rinsecchita e rugosa la bloccò.

“È passato tanto tempo dall’ultima volta che ci siamo visti… Ho un altro patto da
proporti, ti ritorno i quarant’anni che mi hai dato, se convinci i sette figli del mugnaio
a darmi, ognuno, cinquant’anni della loro vita…. Anzi… sono così generosa che ho
deciso di farti tornare all’età di quando hai venduto la tua vita per questo misero
pezzetto di terra; che dici? La rivuoi la tua giovinezza? Pensa! Trecentocinquant’anni
dei loro per la tua vita. È un affare.” La megera, che stava sulla soglia dell’uscio, fece
una risata talmente forte che fece accapponare la pelle al contadino.

“Portati via pure, la casa, il terreno e il poco tempo che mi è rimasto ma…
Per i figli del mugnaio non ci contare”. Nonno Vidulis s’infuriò minaccioso.

“Cosa vuoi che me ne faccia dei cinque anni che ti restano, la mia pelle non riuscirà
a diventare di certo bella e giovane…
Pensaci, altrimenti la Notte di Natale spazzerò via il loro mulino con una tempesta
furiosa e mi prenderò né più né meno le loro
vite… Torno tra tre giorni… Pensaciiiii”.
Urlò la strega mentre se ne andava tra fulmini e saette.

Tutta la notte il povero vecchietto si girò e rigirò nel letto per cercare una
soluzione, il destino dei suoi amici era segnato; cosa poteva fare?

Il giorno dopo il cielo era terso, il sole splendeva talmente radioso che riusciva
ancora a scaldare la terra anche se, ormai, era autunno inoltrato. Il vecchio
contadino, stanco, anzi stanchissimo andò dal suo amico mugnaio e raccontò la
tragica vicenda con le condizioni della strega della tempesta.

Emma ascoltò attentamente, il più grande dei loro sette figli sarebbe stato
catapultato dall’età di dodici anni a sessantadue, gli altri avrebbero seguito la stessa
sorte, o così, o la morte… cosa avrebbe potuto fare per salvare i suoi bambini?

Toni osservava la moglie assorta nei suoi mille pensieri mentre nonno Vidulis
litigava con la sua pipa, la sua mano era così tremante che non riusciva ad accenderla.

“Ho la soluzione!” Esclamò la moglie del mugnaio, “ricordatevi che una donna ne
sa una più del diavolo…” rise soddisfatta versando a tutti e tre un buon bicchiere di
vino.

“Emma, racconta, cosa ti frulla in testa?” Chiese stupito il nonno.

“Vecchio mio, abbi fiducia, ci penso io”.

Emma non solo voleva salvare la vita dei figli, ma addirittura voleva trarne profitto
e castigare quella malefica donna.

Passarono tre giorni e la strega, puntuale bussò alla porta del vecchio contadino,
lui la fece entrare per stipulare il contratto.

“Allora hai convinto i fanciulli del mugnaio?”

“No ma…” Il contadino venne interrotto dalla sfuriata della strega.

“Bene! Allora ve la farò pagare…”

“Un momento… Ma perché urli così tanto invece di ascoltarmi… Emma, la moglie
del mugnaio ha una proposta da farti. Non pensavo che fosse una donna così
meschina” Il contadino abbassò lo sguardo.

“Bene!” Ridacchiò quasi compiaciuta la megera, “quando potrò vedere questa
saggia donna?”

Dopo pochi istanti Emma bussò ed entrò con una magnifica torta farcita.

“Buon giorno, nonno Vidulis… Signora, buon giorno… signora strega”. Disse con un
sorriso raggiante la moglie del mugnaio.

“Buon giorno Emma. Ma che magnifico dolce!” Il contadino si illuminò davanti a
quel ben di Dio.

“E no! Nonnetto, a ottantacinque anni tutta questa panna fa male… Se non ti
dispiace, posso rimanere sola con lei? Devo parlare di cose mie e mi…”

“Va Bene! Ho capito, me ne vado a fare un giretto” interruppe il contadino, “ma
pensa un po’, devo andare via da casa mia”, borbottando se ne andò.

La strega, vedendo la scena, si sentiva piuttosto appagata, pensò che con quella
donna avrebbe avuto più giovinezza di quanto avesse sperato.

“Bene, a noi, cosa mi dai in cambio della giovinezza dei miei figli?” Emma appoggiò
sotto il naso della strega la torta e dal cesto che aveva con sé, tolse una pagnotta con
del formaggio.

“Quante buone leccornie, ma sai, io ho altri interessi… Non penserai di comprarmi
con queste prelibatezze”. Disse la strega sospettosa.

“Ci mancherebbe, queste le ho portate per festeggiare dopo il nostro patto… ci
vuole anche questa” e tirò fuori dal cesto una buona bottiglia di vino.

La megera, vedendo Emma tanto soddisfatta si mise tranquilla, “tanto la moglie di
un mugnaio non doveva essere così intelligente”, pensò. “Bene! Allora cosa
proponi?”

“Per tutti gli anni che prendi ai miei figli voglio tutti i terreni che circondano Vidula,
sia di qua, sia di là del fiume; poi, ai due più piccoli, puoi togliere altri venti anni di
giovinezza ma quella la darai a me e a mio marito, poi dovrai rompere il contratto di
Vidulis”.

“Ma non pensi di esagerare con le pretese? Tutti i terreni! Sei avida. Ti darò quelli
al di qua del fiume e non si parli di altro; il contratto di Vidulis sarà annullato, se vuoi
la giovinezza… bene, mia cara, dovrai accontentarti di dieci anni divisi in due, gli altri li
prendo ancora io… e se non accetti, a Natale, spazzerò via il tuo mulino e la tua casa
con tutti dentro”. Disse la strega della tempesta pensando d’avere Emma nel sacco.

“Non m’inganni, se spazzi via mulino e casa, tu, non riuscirai a prenderti la
giovinezza dei miei figli perché essi moriranno per mano tua e non avrai niente”.
“Furba la donna, ambiziosa e narcisa quanto basta per tornare nei prossimi anni a
ricattarla”, la megera pensò d’avere un’ottima fonte, sarebbe servita per restare bella
e giovane per molto, molto tempo.

“Va bene Emma, potrai avere i terreni solo al di qua del fiume, per quanto riguarda
la tua giovinezza, devi decidere tra te e Vidulis… Cosa vuoi fare?”
Emma non rispose, prese un coltello, tagliò una fetta di torta e cominciò a
mangiare avidamente.

“Ma cosa stai facendo? Non ho tempo da perdere”. Disse stizzita la strega.
“Un momento, sto riflettendo, comincia a scrivere il tuo contratto, mangiare
questo dolce mi aiuta a decidere”. Sbofonchiò Emma con la bocca piena.

In men che non si dica apparve una pergamena con tutte le postille di un contratto.
“Che tempismo e che fretta. Mmm!!! Che buona questa torta sono stata davvero
brava a cucinarla”. Emma socchiuse gli occhi cercando di assaporare il più possibile
quella delizia.

Con calma prese la pergamena e cominciò a leggere mentre con l’altra mano tagliò
un’altra fetta di torta e la offrì.

“Tu sei la strega della tempesta, sei potente, però io non mi fido di te, dovrai
firmare anche tu. Come faccio a sapere che dopo non m’inganni, che non mi dai i
miei anni di giovinezza?” Emma continuò a mangiare avidamente la torta.

“Allora hai già deciso, va bene firmerò anch’io”. La strega fece comparire un
pennino con l’inchiostro, era pronta a firmare subito quel contratto e chiudere le
trattative.

“Ora sono più tranquilla, le terre ci sono, gli anni anche.” Disse la moglie del
mugnaio leggendo il contratto, poi le fece cenno di mangiare la torta.

La strega appoggiò penna e calamaio sul tavolo e cominciò a mangiare il dolce, non
voleva rischiare d’essere scoperta per la frenesia di chiudere il contratto.

Emma preparò due bicchieri e versò del vino, “al nostro contratto allora”
brindarono con un falso sorriso.

“Ora basta con i convenevoli, firmiamo queste carte… In questa pergamena ci
sono i terreni e in questa… La concessione di venti anni di gioventù suddivisi tra te e
tuo marito, rinunci all’annullamento del contratto di nonno Vidulis e soprattutto
rinunci, come pattuito, alla gioventù dei tuoi figli, firma qui e qui, ed io dopo di te”.

La strega non stava più nella pelle, con quel contratto avrebbe avuto più anni di quello
che avrebbe sperato.

“Va bene! Una firma qui e una qui, ma solo dopo di te!” disse soddisfatta Emma.
“Va bene!” Rispose spazientita la strega, prese il foglio e firmò, sapendo che
sarebbe riuscita a spuntarla ed a prendere tutto quello che voleva.

“Bene! Ora tocca a me… Ma quando riuscirò a capire che i terreni sono miei e la
gioventù… Quando arriverà?”

“Sciocca donna!” Urlò la strega, “ora mi stai facendo arrabbiare, sei più perfida di
me, vendi i tuoi figli, tradisci il tuo amico e vuoi tutto subito… Accidenti! Tutto
arriverà tra esattamente dieci giorni, la notte di Natale ci sarà una pioggia terribile, il
giorno dopo vedrai i tuoi figli invecchiati e tutti i terreni ti saranno assegnati dal
notaio del paese… Ora firma!”

Emma firmò soddisfatta, soffiò sopra l’inchiostro e arrotolò i contratti, fece appena
in tempo a consegnare le pergamene che arrivò il vecchio contadino.

“Allora posso tornare in possesso della mia casa? Vedo che avete fatto festa senza
di me”. Disse imbronciato il contadino.

“Vidulis mangia tutta la torta che vuoi, io me ne vado, grazie per avermi fatto
conoscere Emma… Addio Emma… Grazie per la tua avidità” Una risata stridula fece
eco tra le pareti del tinello, facendo rabbrividire i presenti, mentre la figura sinistra
della strega svanì nel nulla.

“Nonno, è fatta, abbiamo beffato la megera, si accorgerà quando sarà troppo
tardi… Ho la nausea a forza di mangiare tutta quella torta… Uff!” Disse la donna
sbuffando.

“Emma ora mi racconti tutti i dettagli, sono curioso, non hai mai voluto spiegarci il
tuo piano”.

La moglie del mugnaio si mise a sedere soddisfatta, raccontò al contadino che la
torta era solo un pretesto per distrarre la strega, perché aveva capito che voleva
ingannarla; infatti quando le mostrò le pergamene si accorse che nel cofanetto, la
strega, aveva due tipi d’inchiostro e sicuramente uno dei due era un inchiostro
simpatico; quando Emma chiese alla strega di firmare per prima si accorse di quale
fosse l’inchiostro falso; distraendola con il vino e la torta riuscì a invertire le due
boccette, così, una volta firmato il contratto, la firma della strega sarebbe rimasta per
sempre mentre la firma di Emma sarebbe scomparsa dopo cinque giorni; alla fine la moglie
del mugnaio si sarebbe ritrovata con i terreni promessi, con dieci anni in meno e nonno
Vidulis avrebbe riavuto la sua gioventù.

Il giorni passarono con il timore che la strega della tempesta tornasse per
vendicarsi.

Arrivò la vigilia di Natale, tutti insieme si trovarono davanti al camino, i sette
bambini con Emma e Toni, nonno Vidulis con la sua pipa.

Verso mezzanotte un vento forte e gelido arrivò da nord, tutti si presero per mano
e pregarono in silenzio, quando, all’improvviso, la porta si spalancò e la figura sinistra
della strega apparve con la sua risata raccapricciante.

“Sono venuta a prendere quello che è stato promesso, ciao bambini, ciao nonno”.
La megera dischiuse le pergamene, era stata così sicura di sé, che non le aveva più
guardate dopo le firme.

Un urlo terribile si diffuse in tutto il caseggiato quando la strega si accorse che non
c’era alcuna firma di Emma, tutto era scomparso.

Tutti si tenevano per mano per la paura, all’improvviso una luce abbagliante
fulminò la strega che si dileguò per l’eternità. Tutti quegli anni tolti all’improvviso la
dissolsero nel nulla, i bambini rimasero bambini, Emma e Toni ringiovanirono di dieci
anni e nonno Vidulis tornò un giovanotto baldanzoso di venticinque anni.

Vissero il più bel Natale della loro vita, la tempesta si trasformò in una soave e
soffice nevicata; sotto l’albero di Natale dolci e doni aspettavano d’essere assaggiati e
aperti.

Per molti, molti anni rimasero sereni e uniti, molti dei terreni furono donati a Vidulis
per la sua grande bontà. Lui li trasformò in un parco meraviglioso che ancor oggi
bambini, giovani e nonni visitano e ammirano la bellezza della natura.

Elda Katia Damiani
Disegni di
Silvia Ricchelli
la  strega della tempesta
Olos 360
benessere olistico
Vidulis di Dignano (UD)

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